Salvo Parigi

Un momento doloroso per tutta la comunità bergamasca: nella notte tra il 4 e il 5 maggio 2017 ci ha lasciato il nostro Salvo Parigi, presidente onorario dell’ANPI Provinciale di Bergamo. Per oltre settant’anni aveva guidato con passione e dedizione l’Associazione, ricoprendo il ruolo di Presidente fino all’aprile del 2016.

Salvatore Parigi – per tutti Salvo – nasce a Bergamo il 13 maggio 1924. Ingegnere e docente per anni all’Istituto superiore “Cesare Pesenti”, dove ricopre anche il ruolo di vicepreside, frequenta il Liceo Classico “Paolo Sarpi”. Già al primo anno di liceo viene avvicinato da alcuni operai della Dalmine, tra cui Bepi Signorelli, antifascista della prima ora, e Bruno Quarti, entrambi reclutatori della Resistenza bergamasca. Insieme ad altri compagni di liceo, Salvo entra nella rete clandestina del movimento di Giustizia e Libertà, un gruppo pronto, subito dopo la caduta del fascismo il 25 luglio 1943, a mobilitarsi per costruire la Resistenza a Bergamo e in provincia.

Il suo impegno si concentra inizialmente sulla diffusione della stampa clandestina, in particolare del giornale “Italia Libera”, organo ufficiale del Partito d’Azione. Dopo il 25 luglio 1943, Parigi entra a far parte dei gruppi armati di Giustizia e Libertà in città, diventando commissario della 1ª Brigata GL di pianura, con responsabilità principalmente nei servizi di collegamento, informazione e diffusione della stampa clandestina. Al momento della Liberazione, il 25 aprile 1945, si trova in prigione alla Montelungo, arrestato dalle SS pochi giorni prima dell’insurrezione.

Uomo di cultura, Salvo Parigi si distingue dopo la Liberazione come fondatore della rivista “La Cittadella”, esperienza a cui terrà sempre moltissimo. Il quindicinale, nato da un gruppo di giovani antifascisti attivi nella Resistenza e animati dal desiderio di rinnovamento politico e morale del Paese, esce con il primo numero il 20 febbraio 1946. Fin dall’inizio, Parigi ne è il responsabile unico e assume la piena direzione col numero 18 del 5 novembre 1946, guidando una rivista che accoglie collaborazioni di intellettuali di rilievo e propone diverse rubriche: politica (curata da Parigi e Dino Moretti), economia (Valerio Barnaba), scienza (Gianni Parigi e Vico Rossi), filosofia (Mario Tassoni e Giacomo Zanga), letteratura (Giulio Questi e Gian Carlo Pozzi) e arte e cinema (Corrado Terzi e Carlo Felice Venegoni).

Franco Fortini recensisce favorevolmente la rivista, riconoscendo nei redattori dei «compagni nella lotta per una nuova cultura» (“Il Politecnico”, n. 35, gennaio-marzo 1947, p. 93), e scrive:

Esce in una delle nostre più codine città: a Bergamo. È fatto, questo quindicinale, da giovani – almeno così ci sembra dal tono. “Che la filosofia dia ai suoi l’odio e la persecuzione del mondo!” quest’augurio che abbiamo letto in una delle sue pagine, può dare l’idea del colore di questo foglio. I nomi – dal responsabile Salvo Parigi, a Mario Tassoni, Dino Moretti, ecc. – contano relativamente poco; importa una vivacità appena repressa da una volontà moralistica, una combattività molto tesa, senz’esser mai rumorosa, agitata da impulsi differenti, che possono essere ora di carattere sociale e politico in una libera ricreazione di motivi del Partito d’Azione e del Socialismo e ora piuttosto di un accento morale e religioso di timbro protestante. Questo anzi ci sembra l’elemento più vero di questa rivista. È infatti un luogo comune affermare che la provincia è, in Italia, luogo di fermenti e di decisioni morali; ma qui, leggendo le pagine di questo foglio che certo si pubblica con difficoltà, e con sacrificio personale dei suoi redattori e collaboratori, possiamo valutare l’importanza di una “decisione” simile, in una città appunto, come Bergamo, nota per il suo conformismo cattolico.

“La Cittadella” conclude la sua pubblicazione nel 1948, con un doppio fascicolo del 15-30 aprile. L’impegno di Parigi continua negli anni successivi: dalla fine degli anni ‘50 milita nel Partito Socialista Italiano, del quale guida anche la Federazione bergamasca negli anni ‘60. Tra il 1961 e il 1962 viene chiamato a Roma come componente tecnico della Commissione Nazionale per la nazionalizzazione dell’Energia Elettrica.

Impegnato nelle istituzioni, Salvo Parigi ricopre diversi incarichi a Bergamo a partire dal 1960 come consigliere comunale e, dal 1964 al 1969, come Assessore ai Lavori Pubblici nella giunta di centrosinistra Clauser-Pezzotta, ricoprendo contemporaneamente anche il ruolo di consigliere provinciale. Nel 1970 viene eletto consigliere regionale e diventa Assessore all’Ambiente e Urbanistica, contribuendo all’istituzione dei parchi regionali, in particolare del Parco dei Colli, del quale va sempre molto orgoglioso. Nel 1975 viene rieletto in Regione e assume la carica di Capogruppo del PSI.

Ma il suo pensiero primario è per l’ANPI: instancabile è il suo lavoro – fatto anche di una presenza sempre costante, pure negli ultimi anni, quando l’età e le condizioni fisiche avrebbero suggerito il riposo – per la promozione e la trasmissione della memoria della Resistenza, delle partigiane e dei partigiani. Nel 1968, insieme ad altri esponenti della Resistenza bergamasca, tra cui Mario Invernicci, fonda l’ISREC di Bergamo (Istituto Bergamasco per la Storia della Resistenza e dell’Età Contemporanea) di cui, fino ad oggi, è stato componente del Consiglio Direttivo. Insieme a Giuseppe Brighenti “Brach”, Eugenio Bruni e altri dà vita al Comitato Bergamasco Antifascista per la difesa delle istituzioni democratiche, di cui è vicepresidente vicario fino al 2016. Fondamentali, infine, la sua determinazione e il suo lavoro per la realizzazione alla Malga Lunga, nel 2012, del Museo-rifugio della Resistenza bergamasca dedicato alla 53ª Brigata Garibaldi “13 Martiri di Lovere”, progetto al quale dedica gli ultimi sforzi come Presidente Provinciale dell’ANPI.

Perdiamo un padre, perché i partigiani sono i padri di cui ci dovremmo sentire figli. Perdiamo un compagno di strada straordinario, dalla rettitudine morale esemplare, uomo deciso, guida carismatica e autorevole per tutta l’ANPI Provinciale di Bergamo e non solo.

Grazie Salvo, per tutto quello che ci hai dato. Cercheremo di essere sempre all’altezza dell’eredità morale, civile e politica che ci lasci. Ora e sempre Resistenza.

Mauro Magistrati – Presidente ANPI Provinciale di Bergamo
Bergamo, 5 maggio 2017