Endine Gaiano, 1 gennaio 2017

Oggi alla Malga Lunga le bandiere sui pennoni sventolano meste quasi percepissero il sentimento di profonda tristezza e sconforto che pervade tutti noi in questi istanti in cui si rivolge l’ultimo saluto a un caro amico. E’ stato bello averti conosciuto caro Renzo; doloroso e commuovente dirti addio. Non ci parrà vero il non vederti più lassù nel Museo della Malga Lunga tutto intento a inserire dati nei terminali mentre tua moglie Dori ti osservava con affetto. La tua passione ti induceva a coccolare quasi con devozione quegli strumenti informatici che hanno permesso di conoscere a tutti noi il tuo immenso lavoro di ricerca storica e di travaso delle informazioni.

Diverse migliaia i dati che hai attinto con rigore storico dagli archivi cartacei sulla storia della lotta di Resistenza e dai documenti che tanti privati cittadini ti hanno mandato accogliendo il tuo appello. Lavoro puntiglioso e attento il tuo che ha sottratto centinaia di ore dal tuo tempo libero e che gratuitamente hai messo a disposizione per arricchire la conoscenza in quel fantastico dialogo con i protagonisti delle vicende a volte dolorose così come solo la guerra sa esserlo. Hai reso note le vicende non solo di molti partigiani, patrioti o combattenti, ma anche di molte persone che in silenzio e nella sofferenza hanno contribuito alla liberazione dei nostri paesi dal giogo della cruenta dittatura. Il tuo appassionato lavoro ha unito con sapienza immagini, scritti e voci che proiettate o visionate nel Museo hanno trasmesso profonde emozioni incuriosendo anche il visitatore che mai avrebbe immaginato di scorgere tra quelle ottomila schede inserite anche i propri parenti. Era in quel frangente che la tua soddisfazione raggiungeva il culmine nel vedere un fruitore del tuo lavoro trovare d’un tratto più interesse a quelle vicende storiche. Hai colto nel segno caro Renzo e il tuo lavoro rappresenta quanto di più prezioso e completo si potesse compiere perché simboleggia il dialogo virtuale tra le generazioni dell’oggi e quelle del passato per scoprire che in fondo, anche se il tempo scorre, gli ideali rimangono in chi esprime il desiderio di farli rivivere. Ciò che hai costruito con ingegno rappresenta anche il modo migliore di ricordare il tuo altruismo, la conoscenza che hai trasmesso e la generosa dedizione all’ideale che identifica la nostra Associazione: l’Anpi. Non potremo scordarti Caro Renzo, troppo grande l’affetto che ci hai donato con la tua vicinanza e il tuo carattere così socievole e schietto nella determinazione del portare a compimento i numerosi traguardi dei tanti incarichi che hai assunto nella grande famiglia dell’associazionismo. Quando un sentimento di amicizia donata da un fratello ci resta nel cuore é difficile poi privarsene. Sarà dura continuare senza il tuo aiuto, sarà difficile rinunciare alla tua presenza, alla tua competenza, alla tua disponibilità. Siamo certi comunque che alla Malga Lunga nei momenti di silenzio, quando il vento sostenuto accarezza tutta la valle e mette in tensione le bandiere e le funi dei pennoni, ci parrà di ascoltare ancora con emozione la tua voce e percepire anche la tua presenza in quel sacrario. Ora anche tu sei con tutti gli eroi e chi ha permesso di vincere la battaglia: con il comandante Montagna e Giorgio Paglia, con il Bepi e il Fasana, il Giorgio e il Mario, con i russi e gli stranieri, le donne e le staffette, gli umili e i contadini, le persone facoltose e di fede, e i numerosi altri che hanno aiutato il Tripolino e tutti i partigiani.
Ciao Renzo, ti abbracciamo con affetto rivolgendoti il nostro grazie.


Il messaggio che questa mattina, durante i funerali, Andrea Brighenti ha letto in chiesa.