Il 10 agosto 1944 in piazzale Loreto avveniva uno dei più tragici episodi della storia milanese durante la Resistenza. Un plotone fascista della legione autonoma Ettore Muti fucilava, per ordine della sicurezza nazista, 15 partigiani prelevati dal carcere di San Vittore. Con queste fucilazioni si pensava che la strategia del terrore nazifascista potesse isolare i combattenti della Resistenza dalla popolazione. L’eccidio di piazzale Loreto ottenne invece l’effetto opposto e Milano non ha mai dimenticato questa barbarie. Oggi siamo qui come quella sera del 10 agosto 1945 quando, ricordava Antonio Greppi, primo sindaco della Milano liberata “il popolo milanese si raccolse per la commemorazione dei Quindici Martiri, nel primo anniversario del sacrificio”. Nel suo discorso Antonio Greppi ricordava: “Qui noi ritorneremo soprattutto nelle ore di dubbio e di incertezza a rinfrancare le nostre energie e il nostro coraggio. Qui noi verremo a deporre le nostre debolezze, a confessare le nostre miserie. E in questo luogo riceveremo le consegne ideali decisive. Un anno fa, qui al tramonto, non c’erano che quindici Morti. Oggi sono la città, sono l’Italia. No, sono ancora qualcosa di più: la stessa umanità che rinasce, che ritrova uno scopo, una meta, una speranza.”
L’ANPI Provinciale di Bergamo insieme alla Sezione, all’Amministrazione Comunale e al Gruppo Alpini di Albino, ha onorato il nostro partigiano antifascista Vittorio Gasparini, Medaglia d’Oro al Valor Militare della Resistenza fucilato insieme agli altri 14 partigiani. La sua vita e il suo martirio sono stati ricostruiti da Angelo Calvi in “Vittorio Gasparini, cattolico, seppe resistere” edito dalla Sezione ANPI Albino (Tera Mata Edizioni, 2012) (al seguente link il video della presentazione dello scorso anno)
Presenti anche rappresentanti delle Sezioni ANPI di Alzano Lombardo, Colli di Bergamo e Romano di Lombardia. Con noi anche Antonio Pizzinato, componente della Presidenza Onoraria ANPI Nazionale e Angiola, figlia di Gasparini a cui è stata consegnata la tessera ANPI ad honorem.
“Per i compagni fucilati in Piazzale Loreto” è l’ode del poeta Alfonso Gatto che, stampata in volantini e affissa clandestinamente per le vie della città, diviene subito un manifesto della Resistenza:
«Ed era l’alba e dove fu lavoro/ ove il piazzale era la gioia accesa/ della città migrante alle sue luci/ da sera a sera, ove lo stesso strido/ dei tram era saluto al giorno, al fresco/ viso dei vivi, vollero il massacro/ perché Milano avesse alla sua soglia/ confusi tutti in uno stesso sangue/ i suoi figli promessi e il vecchio cuore/ forte e ridesto, stretto come un pugno./ Ebbi il mio cuore ed anche il vostro cuore/ il cuore di mia madre e dei miei figli/ di tutti i vivi uccisi in un istante/ per quei morti mostrati lungo il giorno/ alla luce d’estate, a un temporale/ di nuvole roventi. Attesi il male/ come un fuoco fulmineo, come l’acqua/ scrosciante di vittoria, udii il tuono/ d’un popolo ridesto dalle tombe. / lo vidi il nuovo giorno che a Loreto/ sovra la rossa barricata i morti/ saliranno per primi, ancora in tuta/ e col petto discinto, ancora vivi/ di sangue e di ragione. Ed ogni giorno, / ogni ora eterna brucia a questo fuoco, / ogni alba ha il petto offeso da quel piombo/ degli innocenti fulminati al muro».

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