In quattro intensi fine settimana tra giugno e ottobre, per oltre 420 ore di lavoro, venticinque volontari dai 10 ai 70 anni hanno riportato alla luce le tracce del vecchio rifugio Laghi Gemelli, collocato a poche decine di metri dall’attuale.
Inaugurato l’1 luglio 1900 dal CAI di Bergamo, utilizzato dai partigiani durante la seconda guerra mondiale e bruciato dai fascisti nel gennaio del ’45, il rifugio è stato sostituito dopo la fine del conflitto dall’attuale.
Il suo ricordo è andato attenuandosi, mentre i crolli e la crescita della vegetazione lo rendevano un ammasso di pietre e alberi in cui era ben difficile distinguere una costruzione, come ben mostra la foto allegata.

La proposta di Silvio Calvi, già presidente del CAI cittadino, di rimboccarsi le maniche e di recuperare alla memoria uno dei luoghi signficativi della Resistenza bergamasca, proprio nel 70° anniversario della Liberazione, è stata raccolta immediatamente da Maurizio Nava, gestore dell’attuale rifugio (che ha messo a disposizione oltre che gli strumenti di lavoro l’ospitalità), da Roberto Cremaschi, autore di pubblicazioni sui percorsi partigiani nel territorio provinciale, e da Martino Signori, vicepresidente ANPI. Intorno a loro si sono raccolti amici, iscritti al CAI e all’ANPI, appassionati di montagna, di storia e di Resistenza, che si sono alternati intorno al rifugio.

Il lavoro – tutto a “pic e pala” – ha portato al risultato ben visibile nella foto allegata. Ora il rifugio potrà riposare tranquillo sotto l’abbondante neve che l’inverno porterà, in attesa delle rifiniture primaverili previste in:

a) intervento di muratori esperti per fissare la sommità dei muri con malta e ripulire i giunti fra pietra e pietra ai fini della stabilità;
c) sistemazione e protezione dei pavimenti;
d) collocazione di cancellini in legno alle due porte per evitare l’ingresso di animali troppo ingombranti e di una lastra di vetro sopra il camino della cucina;
e) pulizia dell’area circostante e assestamento della terrazza antistante il rifugio;
f) realizzazione di una vetrinetta al nuovo rifugio per l’esposizione dei reperti più significativi (puliti ed etichettati);
g) realizzazione e posa di un tabellone illustrativo della storia del rifugio e dell’intervento di recupero e di alcuni cartelli segnaletici;
h) pubblicazione di un opuscolo illustrativo.

L’appuntamento per la festa di “restituzione” del luogo alla memoria e della memoria al luogo, per usare le parole di Giuliana Bertacchi, già presidente ISREC, è fin d’ora fissato per l’1 luglio 2016, 116° compleanno del vecchio rifugio.

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